Dissolvenza di Giorgia Tribuiani

08.09.2025

Giorgia Tribuiani propone un racconto dedicato all'infanzia e alle vacanze estive, temi solo apparentemente sereni che possono in realtà celare un nodo di dolore, specie in chi resta, specialmente se si tratta di una bambina di soli otto anni; e nel vedere la dissolvenza del suo mondo felice si prefigurano già i riti di passaggio, la fine della fanciullezza e la disillusione dell'ingresso nell'età adulta. Così, nella scrittura di Giorgia Tribuiani, la voce malinconica di Gaia riesce, con poco e nella semplicità, a costruire un quadro complesso e coinvolgente. 


                                      Recensione

"Dissolvenza" di Giorgia Tribuiani è un romanzo che si distacca dai suoi precedenti in maniera decisa soprattutto per la mancanza (a volte pressante) di una ricerca di quell' elemento ossessivo capace di rompere la narrazione che di conseguenza a tratti diventa "violenta".

L'armoniosità domina in uno scritto che rispecchia l'intimità dell'autrice che stilisticamente usa forme quasi poetiche da contrapporre pero' ad un sentimento forte come la nostalgia che piacevolmente costringe ad uno "stress" emozionale il lettore che deve assimilare per poi comprendere meglio fino in fondo le tante sfumature seminate dall'autrice.

In questa sorta di doppia-catarsi l'autrice utilizza elementi allegorici per parlare di infanzia e di illusione ricreando un intimità confidenziale riconoscibile anche attraverso elementi di contrasto che alla fine entrano in contatto per sottolineare un cambiamento che amplifica la malinconia.

Questa umiltà di contatto è presente anche stilisticamente (con il passaggio dalla 3a alla 2a persona) per amplificare l'aspetto nostalgico di un racconto affidato alla voce di una bambina, capace di ritrovare un sorriso in tutte le occasioni ma desiderosa di avere risposte alle sue tante domande.

Ecco quindi che pagina dopo pagina l'immaginario comincia ad indebolirsi attraverso gli occhi di chi narra che, nonostante tutto, cercherà con disperazione di sottrarsi alla realtà attraverso quella voglia di sognare mai sopita che incoraggia il lettore a cercare l'estate dentro l'inverno della vita.

Giorgia Tribuiani ( a cui vanno i miei complimenti più sinceri) con le pagine di questo romanzo crea un atmosfera intrinseca dell'animo umano in cui ognuno di noi può facilmente ritrovarsi e interrogarsi riuscendo abilmente a "rendere docile" quella sua attitudine al perturbante per stimolare nostalgicamente la parte più nascosta di chi legge e per realizzare il tempo in cui la realtà ha preso inevitabilmente il posto del sogno.


Giorgia Tribuiani vive a Pescara e dirige con Giulio Mozzi la Bottega di Narrazione, per la quale ha ideato e conduce il Laboratorio del mistero. Dai suoi corsi di scrittura è nato il manuale Scrivere il perturbante (Dino Audino, 2023). Ha pubblicato i romanzi Guasti (Voland, 2018), Blu (Fazi, 2021) e Padri (Fazi, 2022), oltre ai racconti lunghi Binari (Hopefulmonster, 2022 – collana Pennisole, diretta da Dario Voltolini) e Superstar (Tetra, 2022). Il suo nuovo romanzo è in uscita nel 2025 per Il Saggiatore. 

Altri romanzi di Giorgia Tribuiani

Guasti (leggi la recensione)

Padri (leggi la recensione)

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Binari (leggi la recensione)

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