Domani mi sveglio presto di Davide Simeone

13.10.2023

Roberto ha trentasei anni, un lavoro part-time in una lavanderia a gettoni, e non riesce a riprendere in mano la sua vita da quando Ludovica, la donna che ama più di ogni altra cosa al mondo, è scomparsa in un incidente stradale.

Camilla è un'adolescente esuberante con una famiglia problematica, che cerca il proprio posto nel mondo, Lucia una donna di mezza età che ha deciso di non perdersi d'animo anche se il vuoto lasciato dal suo Vincenzo è incolmabile.

E poi ci sono Noemi, Violetta, Fatima, donne che la vita ha messo di fronte al dolore ma che da quel dolore hanno saputo trarre la propria forza.

Frammenti di quotidianità e schegge di ricordi si intrecciano nella composizione di un romanzo corale di perdita e di rinascita, in cui ogni incontro è prezioso e può essere la scintilla capace di rimettere in movimento il cuore di ognuno.


                                    Recensione


Davide Simeone ha scritto un romanzo davvero molto bello ed intenso, con una narrazione appassionante e ricca di umanità che racconta un intreccio di vite che, nonostante le differenze generazionali, si incontrano confrontandosi sullo stesso livello, unite tutte dalla forza empatica delle emozioni.

Tutti i protagonisti risultano fortemente caratterizzati, impulsivi e razionali nello stesso tempo ma eccezionalmente collocabili in una quotidianità molto vicina a chi legge traducendoli per questo introspettivi e inclini ad una riflessione attenta.

Roberto, privato dal destino dell'amore della sua compagna, era apatico nei confronti della vita, capace di utilizzare come forma di resilienza solo il silenzio, per affrontare un esistenza dove ormai non era più possibile fidarsi dell'amore, se non continuando ad amare in maniera taciturna ma con rabbia e disperazione.

Camilla era la classica adolescente con la testa tra le nuvole, capelli rosa ma con tanta paura di mostrarsi al mondo per quello che era veramente; senza prestare troppa attenzione a dubbi e domande sulle parti più buie della sua esistenza, aveva voglia di vivere al massimo la sua vita, divisa però dall'amore di due genitori problematici, forte di quel legame speciale nato con Roberto con il quale poteva cercare e dare affetto senza nulla pretendere, essere veramente se stessa nella sincerità di risate e imbarazzo.

Violetta invece era una donna che soffriva fisicamente e internamente per quel suo amore sbagliato, un legame davvero nocivo che la rendeva ormai schiava, imprigionata nel vivere una vita non libera che le stava negando anche la possibilità di esprimere quel suo dolore prima che riuscisse a consumarla definitivamente.

Noemi, attraverso la sua malattia, trasmette sofferenza e pena per una condizione che condizionava il suo modo di vivere, senza la certezza di un domani, come una condanna che però riesce magicamente a tramutare in un'opportunità unica per riuscire bene a comprendere fino in fondo chi le stava accanto, per rapportarsi in maniera sincera con gli altri attraverso una specie di sesto senso che le permetteva solo adesso di riacquistare finalmente speranza e serenità nel vivere.

Lucia è una donna principalmente molto disorientata che, dopo la morte del marito, cerca in maniera drammatica di ricomporre i pezzi della sua vita; aveva fatto sulla sua pelle l'esperienza che a volte la vita non va nella direzione desiderata eche se il destino aveva scelto al posto nostro l'unica maniera per ricominciare era quella di accettare e vivere quel dolore in maniera che non potesse condizionare troppo le scelte future.

Ludovica è un personaggio che l'autore riesce a far rivivere attraverso i tanti flashback raccontati in quelle lettere scritte senza inchiostro da Roberto dove colpisce maggiormente quel suo essere unica especiale, una donna capace di amare con dolcezza e comprensione, che rifiorisce in quelle istantanee di una vita comune dove la straordinarietàdelle cose semplici rendeva più prezioso quel legame che il destino aveva spezzato ma che l'amore ancora manteneva vivo nei ricordi.

La bravura dell'autore traspare in particolare nell'abilità stilistica con la quale adatta il linguaggio usato a seconda della vicenda e del personaggio, alternando forme dialettali a toni dolorosi, drammatici ad altri più emotivamenteprofondi.

Scoprire la propria vita attraverso l'esperienza dell'altro e l'esigenza di guidare ed essere guidati per mostrare la via che poi alla fine si può percorre insieme sono tutti elementi che rendono il romanzo di Davide Simeone suggestivo e molto trascinante.

Un libro che si legge piacevolmente in maniera scorrevole, che non soffre mai di momenti di stallo e che non cede alla banalità; un romanzo corale che si sviluppa sulla forza della commozione, che sa parlare ad alta voce per implodere quando necessario e restare in silenzio nei momenti giusti per riflettere ed evolvere.



Davide Simeone è nato nel 1984 e vive a Martina Franca. Ha esordito a diciannove anni con il romanzo Come dico io, premiato alla V Biennale del premio "La Lama", seguito da Quattro (2005), L'alba di domani (2007) e Rewind (2014), che hanno ottenuto premi e riconoscimenti, Quella volta che ho imparato a nuotare (2017) e il racconto breve Sole. Con il romanzo Le ragazze stanno bene (Les Flâneurs 2019) ha vinto il premio "Ludovica Castelli". È tra i fondatori del blog Inchiostro di Puglia, direttore artistico di diversi festival letterari in Puglia e scrive per il blog di AISM – Associazione italiana Sclerosi Multipla. Al di fuori della sua vita letteraria, è avvocato e mediatore civile e si occupa di strategie di comunicazione digitale.

Altri libri di Davide Simeone:

Le ragazze stanno bene

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