Gli stupidi e i furfanti di Salvatore Toscano

Salvatore sta per compiere la stessa età che aveva suo padre quando è morto: questo insolito appuntamento con il destino lo spinge a ripercorrere gioie e sofferenze del passato, a rievocare una storia troppo a lungo rimossa. Il curioso scherzo del calendario lo induce ad attraversare, con nostalgia e spirito analitico, con impegno ossessivo e candore, l'infinita gamma delle emozioni che costellano la propria esistenza, dall'infanzia all'età adulta, per scoprire che «il lato farsesco della vita non è in contraddizione con il lato epico, che possiamo essere ridicoli e al contempo eroici».
Recensione
Con "Gli Stupidi e i Furfanti" Salvatore Toscano realizza un romanzo appassionato e introspettivo che rifugge da una definizione ben precisa; l'autore, imprigionato da un senso di colpa, mette nero su bianco emozioni e sentimenti scaturiti da una mancanza che impediva di sentirsi "libero" dimostrando una profonda sincerità nel capitolare di fronte a certe domande.
Salvatore, il protagonista, sta per compiere la stessa età che aveva suo padre quando è morto e come voce narrante del romanzo ci accompagna in questa sua impresa insolita e assillante rievocando un percorso formativo che, oltre a ricongiungere coraggio e scherno di una vita passata e presente, fà comprendere quello amato e vissuto per crescere nell'accettazione di un perdono per una colpa innaturale.
Nel romanzo il tempo narrativo si esaurisce in un conto alla rovescia inesorabile che proietta in avanti, dopo aver intervallato nel passato, un ricordo che riporta alla mente quello dimenticato volontariamente, censurato e adesso sospeso pronto ad essere cancellato nell'incombenza di un tempo che stava per finire.
L'istintività di una lettera d'amore scombinata, la confessione di un diario segreto, il grido soffocato di un orazione funebre che arriva in ritardo si mescolano attraverso pagine dove riaffiorano ricordi, contrasti, emozioni e sensazioni e soprattutto dove quel padre "assente" diventa come uno specchio nel quale riflettere una realtà alterata dal bisogno di capire, di comprendere e giustificare scelte, passate e presenti, per colmare il vuoto tra chi c'è e chi non c'è più.
La scrittura di Salvatore Toscano è esperta, capace, mai pesante e a tratti poetica per sublimarsi, partendo dall'intimo, come universale: scrivere diventa, non solo per il protagonista, necessario per uscire da quella chiusura riversando tutto quello che era rimasto sepolto per anni; la scrittura diventa quindi uno strumento per rispondere a certe domande, attraverso un linguaggio che conforta la realtà, che affronta il vuoto e pacifica l'incertezza di non essere preparato a quel momento riservato dal destino.
Complimenti sinceri a Salvatore Toscano che ha scritto un romanzo ineffabile che si muove tra amore e lutto per restituire voce a quel silenzio forzato e compresso da un legame "complesso", disponendosi in un atteggiamento propositivo, ma sicuramente non facile, per compiere quel primo passo necessario per uscire da un isolamento auto-inflitto e liberare una memoria incatenata da troppo tempo.
Un GRAZIE personale all'autore per aver valorizzato la forza "curatrice" della scrittura che diventa uno strumento capace di canalizzare sentimenti per cercare di rispondere a interrogativi che da personali diventano versatili colmando un vuoto che diventa necessario.


Toscano Salvatore
è nato nel 1978 e vive a Pomigliano d'Arco. Ha pubblicato Infinite Loss, breve saggio su David Foster Wallace, e ha curato la postfazione di Diario del caos di Antonio Moresco. Gli stupidi e i furfanti è il suo primo romanzo.