La colpa è mia di Andrea Donaera

"Certe volte quando parli sembra che tiri fuori un'altra persona," dice Aby con inquietudine quando Bruno le confida un ricordo d'infanzia. E, come sempre, ha ragione; la sensazione di essere abitato da pensieri e pulsioni che non è capace di riconoscere si coagula per Bruno in un pensiero: "Le persone che ho attorno sanno di me molto più di quanto io saprò mai." Quando Bruno scopre che la sua ragazza Aby morirà, morirà davvero, l'unica cosa che può fare è fingersi all'altezza della situazione, fare l'uomo. Ancora dipendente dalla generazione dei genitori e dei nonni, il cui sguardo severo lo opprime quanto l'incapacità di rendersi autonomo fino in fondo, da giornalista freelance prova a guadagnare qualche soldo calandosi nelle community degli indesiderabili, gli incel, involuntary celibates: uomini che esclusi dal gioco della seduzione fanno dell'odio per le donne la loro livorosa bandiera. Così conosce Petrus, sgradevole come i forum online dove manifesta pensieri misogini e persecutori. Eppure anche Petrus sembra sapere di Bruno qualcosa che lui non vorrebbe mai ammettere, e lo guarda come un profeta sulla soglia di un tempio, in attesa che l'adepto si decida a entrare.
Recensione
Andrea Donaera (che seguo con stima fin dal suo esordio Io sono la bestia) è uno scrittore brillante che nel panorama letterario italiano sta diventando sempre più un punto di riferimento, non solo per il suo stile sempre singolare e "complesso", ma anche per la sua capacità di rinnovarsi libro dopo libro utilizzando sostanzialmente elementi comuni (come amore e morte, dolore e redenzione) riuscendo sempre bene a tradurre e a sviluppare quelle ripercussioni degli stati affettivi che di fronte ad una sofferenza troppo grande lacerano la voglia d'indipendenza emotiva, esaurita da una felicità distorta che alcune volte si annulla completamente attraverso la "violenza".
Questa "complessità emotiva" modella i suoi protagonisti rendendoli sempre instabili e insicuri, terminando poi per corrodere quell'equilibrio psicologico che, portato all'estremo, li rende eternamente sconfitti nelle relazioni sentimentali.
In questo ultimo suo romanzo un equilibrio precario tenuto a fatica in un rapporto fatto di capacità ed insicurezza viene spezzato da una sentenza senza appello che, oltre ad allontanare una fisicità, contamina anche il dolore attraverso l'accettazione di sentimenti più oscuri, solo apparentemente nascosti da un vivere incompatibile che aveva falsato un legame creando alibi per colmare quei vuoti che adesso giustificano un senso di incapacità.
Questa evoluzione "verso in basso" accompagnerà il nostro protagonista pagina dopo pagina fino alla trasformazione in mostro, un percorso lento ma graduale che abbraccerà la violenza come unica alternativa ad un amore che rendeva deboli.
Tramite una prosa incisiva ma anche efficacemente poetica (meno rispetto ai precedenti romanzi) l'autore in maniera quasi "maniacale" sconvolge per fare introspezione non solo nei personaggi, esprimendo la rabbia di colui che non riesce ad accettare ed essere accettato, emarginato e sprofondato nell'oscurità dell'animo umano.
Anche la scelta di un dialogo in prima persona enfatizza lo stato d'animo in un parlare che si dimostra lento e indeciso perché alla disperata ricerca di verità, di risposte che non possono essere accettate, alternato invece alla vivacità di monologhi che scoprono una passionalità preda di spunti riflessivi, soprattutto nella seconda parte del romanzo dove parecchie certezze cominciano a vacillare attraverso capitoli sempre più corti per testimoniare l'incertezza della narrazione che soffre l'instabilità affettiva dei protagonisti.
Solo alla fine il titolo del romanzo ( La colpa è mia ) apparirà come una sorta di confessione fatta dal protagonista, con sentimento e senza gridare, quasi sussurrando solo a se stesso nell'accettazione inevitabile di un qualcosa che non si poteva cambiare, sopraffatto all'impotenza e dal bisogno di redenzione nei confronti di una vita che non è andata come previsto.
Tantissimi complimenti sinceri ad Andrea Donaera che ha scritto un romanzo capace di mettere a nudo la fragilità degli uomini, facendo luce sull'incapacità di svincolarsi da un ruolo preimposto da una società ipocrita e malata, descrivendo una generazione che fatica ad esteriorizzare le proprie emozioni perchè non abituata al rifiuto, nella difficoltà di vivere una realtà senza rimanere schiacciati dal peso di un mondo instabile che obbliga ad essere diversi da chi si vorrebbe essere veramente.


Andrea Donaera
nato nel 1989 a Maglie è cresciuto a Gallipoli. Nel 2019 ha pubblicato la raccolta Una Madonna che mai appare all'interno del XIV Quaderno italiano di poesia contemporanea edito da Marcos y Marcos. Io sono la bestia (NN Editore, 2019) è il suo primo romanzo. Seguono Lei che non tocca mai terra (NN Editore, 2021), La colpa è mia (Bompiani, 2024).
Altri libri di Andrea Donaera :
Lei che non tocca mai terra .... Recensione
Io sono la Bestia...Recensione