La colpa è nei dettagli di Elisabetta Foresti

01.02.2025

Marco, un giovane recluso in carcere, nega di avere ucciso suo padre in preda a un raptus. Rifiutando la linea dell'avvocato d'ufficio, racconta di un genitore erotomane e violento, e di Elisabetta, una nevrotica ex fidanzata aspirante scrittrice. Durante gli interrogatori, in un clima estremamente conflittuale, si rivela l'ossessione del ragazzo per una parola pronunciata dal padre prima di morire. Ormai convinto di essere stato sottoposto a un trattamento psicotropo, perpetrato dall'avvocato allo scopo di costringerlo a confessare il falso, arriva a fornire quattro versioni differenti delle circostanze riguardanti il delitto. La coscienza di Marco si frammenta sempre più, riflettendo elementi della realtà come mediati dalla lente di un caleidoscopio. 

                                            Recensione

Elisabetta Foresti spinge al limite la sua capacità stilistica per realizzare un romanzo "inafferrabile" con una narrazione mutevole costruita su tanti elementi che creano dubbi nel lettore.

Il racconto è incentrato su una confessione breve, senza colpa o remissione, in bilico tra verità e realtà, che l'autrice affida a Marco, il protagonista, con la tecnica del narratore inaffidabile che in questo caso discende da un turbamento vissuto in prima persona che implica e reclama fiducia nelle parole e nei gesti.

Marco si prende gioco del lettore in maniera "accidentale" cercando di trovare risposte recuperando frammenti di memoria dove lui stesso appare attonito; per questo la narrazione risulterà incerta procedendo in maniera discordante tra diversi flashback che turbano un senso di colpa per aver reagito e tollerato, per aver alimentato odio e rancore, costringendo a mostrarsi impreciso e ironico per allontanarsi enfatizzando da una verità che spaventava.

La morte aveva annullato la possibilità di risolvere i contrasti con un padre descritto come violento e autoritario proprio per lasciare spazio alla fragilità, per cancellare un nome e un volto, per aggrapparsi alla speranza di avere ancora tempo e per razionalizzare l'idea che la vendetta era solo una conseguenza di una sorte già segnata.

Di fronte a tante versioni contrastanti però, dove il protagonista si confronterà con il padre, l'ex-fidanzata, l'avvocato e i secondini, il lettore è inevitabilmente portato a domandarsi se esista veramente un unica verità, seppur accettando la sincerità di Marco nel raccontare la sua di verità, che forse non corrispondeva alla realtà, alterata dal sospetto e da un disturbo ossessivo che, come un meccanismo di difesa, lo aveva protetto non impedendo di tornare a quel frammento preciso che condurrà verso l'accettazione.

Tanti complimenti sinceri a Elisabetta Foresti che nel suo esordio letterario ha scritto un romanzo fuori dai canoni tradizionali dove ho personalmente molto apprezzato il controllo linguistico che collima con una sintassi complessa e con una scrittura eccezionale realizzata da pause e riproposizioni per tradurre l'instabilità di una coscienza intrappolata in una prigione metaforicamente disegnata dove i ricordi, alcuni veri e altri trasfigurati, si confondono per raccontare una bugia che rappresenta quella verità desiderata o auspicata.


Elisabetta Foresti è nata e vive a Roma. Specialista in Patologia clinica, ha lavorato come Project manager nella ricerca&sviluppo farmaceutica.
Dal 2022 è tutor del  «Laboratorio del mistero» ideato e condotto da Giorgia Tribuiani,  un percorso annuale di scrittura creativa. Diversi suoi racconti sono apparsi su svariate riviste letterarie.

La colpa è nei dettagli è il suo primo romanzo.  

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia