La più brava di Carolina Bandinelli

Emma ha trentasei anni e vive a Londra da dodici, una mattina si sorprende adulta: ha un gatto stabile, un compagno stabile, un lavoro stabile in un'università prestigiosa. Sta addirittura per comprare casa e smetterla con la sequela degli amati appartamenti in affitto. Si ritrova involontariamente ossessionata dagli sportelli della cucina, controlla le linee che le stanno comparendo sul viso, mentre si interroga sulla differenza che c'è tra lei e le sue alunne, tra la sua relazione duratura e monogama e il loro modo di destreggiarsi tra varie situationship sentimentali. Quello che per anni ha chiamato 'futuro' adesso è presente e irrevocabile. Cos'è che l'ha portata in quel preciso punto della vita? Da cos'è composta la sua identità? Intorno a questo interrogativo, si raccolgono le esperienze che hanno segnato la sua storia: dalla famiglia ormai distante al rapporto con gli uomini e il sesso, dalla relazione con le amiche alla questione, irrisolvibile, della maternità. Emma sa di essere evoluta eppure rimangono molte domande su questa crescita, questi traguardi raggiunti. E mentre le ore scorrono, emergono dal passato dubbi, disfatte, e le tracce di cose accadute e cadute nel silenzio, cose che suo malgrado l'hanno cambiata per sempre…
Recensione
Carolina Bandinelli ha scritto un romanzo coinvolgente e stimolante che interroga chi legge sul significato della vita, sulle scelte e soprattutto sulle aspettative che rischiano di soffocare desideri che non si realizzano perchè a volte "corrotti" da generazioni precedenti.
Emma (la protagonista) è una donna divisa tra aspirazioni e contraddizioni che riesce bene esteriormente a nascondere quel suo disagio interno che la rende fragile e incapace di controllare tutti gli aspetti di una vita "soffocante" che costringeva a vivere adesso quello che si realizzava come futuro.
Con una scrittura precisa e lineare, arricchita da note pungenti ed ironiche, l'autrice concentra la narrazione attraverso un viaggio fisico ed introspettivo nel quale la protagonista, tra andata e ritorno, è decisa a mettere via le scuse e affrontare una volta per tutte una quotidianità in continuo cambiamento, per capire il senso e provare a ricostruire quel futuro immaginato diverso.
Nell'accettazione di qualcosa che non poteva essere più come prima Emma si dovrà confrontare con fisicità ed estetica : cambiare casa costringeva a distorcere la realtà per non guardarsi dentro ed identificarsi con un luogo che aveva raccontato chi era, con il terrore poi di ritrovarsi cambiata e con pensieri differenti; alla stessa maniera quel senso di colpa suscitato dal percepire le cose in senso materiale è come un vestibolo per realizzare il fallimento delle aspettative ancorate ad una felicità effimera e forzata.
Un incedere lento e riflessivo, sviluppato nello spazio di un viaggio, permette all'autrice quasi di "congelare" il tempo narrativo per restare statici e rimandare all'infinito quel contradditorio che alla fine inevitabilmente arriverà: il confronto con le amiche sarà anche l'occasione per comprendere che tipo di donna dovesse essere senza preoccuparsi di giustificare scelte presenti e future: donna, madre o entrambe, emancipata ma soprattutto libera dalla pressione del suo orologio biologico.
Nella parte finale del romanzo Emma, consolidata la sua condizione, riesce ad estraniarsi poco alla volta dalla sua fisicità permettendo solo ai suoi pensieri di parlare per lei: cercando una moralità che sia al di sopra di un legame personale l'autrice, con una forma stilistica quasi poetica, riesce bene nel tentativo di fondere corpo e linguaggio per esprimere la complessità di un limite che stava cominciando ad essere assimilato e superato.
Complimenti sinceri a Carolina Bandinelli che col il suo romanzo mi ha coinvolto con una storia semplice e complessa allo stesso tempo in riflessioni profonde e sincere sulla fragilità esistenziale, sul senso del vivere e sui limiti imposti da società, parenti e amici che rischiano di far perdere tempo ad assecondare piuttosto che ha realizzare ciò che vogliamo essere, quello che vogliamo diventare senza pregiudizi ma soprattutto senza rimpianti.


Carolina Bandinelli è Associate Professor in Media and Creative Industries all'Università di Warwick. Da più di dieci anni contribuisce al dibattito culturale, in Italia e all'estero, con interventi su lavoro creativo, desiderio e media digitali. La sua ricerca è apparsa su testate internazionali tra cui Bbc, New York Times, El País. Nel 2024 ha pubblicato Le postromantiche: sui nuovi modi di amare (Laterza), un saggio personale sulla cultura dell'amore e del sesso.