Popoff di Graziano Gala

È notte fonda quando alla porta di Cimino, un vecchietto strambo e un po' smemorato, bussa un bambino che nessuno ha mai visto prima e che sembra essersi materializzato dal nulla. Con il viso protetto da una sciarpa, e imbacuccato in vari strati di giubbotti, ha una sola domanda per Cimino: «Mi scusi, signore, ha visto per caso mio padre?» In paese il cibo scarseggia, vecchi rancori mai sopiti sono sempre sul punto di eruttare in tragedia, antiche ingiustizie attendono di essere vendicate e gli abitanti diminuiscono giorno dopo giorno a causa di misteriose lettere di espulsione. Senza un nome e senza una casa, il bambino – ribattezzato Popoff – sa che i genitori sono lì da qualche parte e con l'aiuto dei pochi disposti a dargli una mano è determinato a trovarli.
Recensione
Graziano Gala è un autore che incarna le sue storie su un vissuto intimo riuscendo sempre, attraverso uno stile fuori dai canoni tradizionali, a discernere resilienza attraverso personaggi descritti come ultimi e reietti di una società fatta di tante ombre e poche luci.
Con una scrittura fiabesca e a tratti teatrale, impreziosita da neologismi e simmetrie, la narrazione procede quasi ipnotica attraversando le diverse tematiche del libro che, una dopo l'altra, si riuniscono tutte nella miseria umana: nel romanzo difatti non c'è solo un bambino alla ricerca di un padre ma un intera comunità alle prese con un passato che non c'è più e con un futuro ancora più incerto.
Popoff è un libro che parla d'amore, con tinte delicate e umane, contrapposte però alla bruttezza di una violenza, fisica e morale, che pagina dopo pagina demolirà tutto quello che incontra, diffondendosi come un virus; l'unico a reagire sarà il nostro protagonista che, violato soprattutto nella fantasia, riuscirà a trovare dentro di se una forza innaturale e speciale, deformando e riformando quella rabbia comune emersa che contaminava gli abitanti di una comunità che adesso (come per assurdo) erano quasi costretti per sopravvivere ad aggrapparsi ad un bambino, loro adulti bisognosi di ritrovare quella luce, quella memoria di cose belle per guarire da una nostalgia troppo invalicabile per un tempo che passava e che non avrebbe fatto più ritorno.
Nel corso della lettura si riuscirà a capire come Graziano Gala, anche in questo romanzo, riesce volutamente a diventare vittima dei suoi stessi personaggi che, attraverso una trasformazione da adulti a ex-bambini, stilisticamente renderanno più facile il compito all'autore, implicato nella drammaticità e pathos di una narrazione sempre pronta ad esplodere in volgarità e collera per contenere drammi personali fatti di ingiustizie e rancori: tutti padri in cerca di qualcosa che genera vita, tutti uomini più facilmente inclini al Male accompagnati da poche figure femminili che serviranno "solo" per incarnare aspirazioni e desideri immolandosi come metafore.
Attraverso questo romanzo Graziano Gala riesce a costruire riscatto all'abbandono permettendo anche a noi lettori di guardarci dentro per ricercare tutti quel padre con il quale prima o poi dovremmo confrontarci, scandagliando l'animo umano in una catarsi letteraria volta a superare certi limiti, con uno stile fortemente identificativo che abbraccia e modella le varie sfumature caratteriali dei suoi personaggi: un libro dove (rispetto al precedente) l'identificazione dell'autore è ancora più presente con meno fisicità rispetto ad una espressività che rivolge lo sguardo a chi è rimasto un po' bambino, con gesti e rumori che riportano alla mente sensazioni lontane ma di nuovo riscattate mediante il ricordo indelebile.


Graziano Gala
è nato a Tricase, in provincia di Lecce. Vive e lavora come professore in provincia di Milano. Ha esordito per minimum fax con il romanzo Sangue di Giuda (2021). Nel 2023 ha pubblicato per Tetra la novella Ciabatteria Maffei e ha curato, per Baldini e Castoldi, il Controdizionario della lingua italiana. Scrive per Treccani.
Altri libri di Graziano Gala :
Sangue di Giuda ( leggi la recensione )
Ciabatteria Maffei ( leggi la recensione )